Bivacco Città di Gallarate

Bivacco Città di Gallarate allo Jagerhorn (3960 m)

È posto 10 m sotto la vetta dello Jagerhorn (3970 m) sulla cresta rocciosa emergente dal Gornerglecter proprio sotto la cresta Nord della Cima Nordend.
Isolato tra i ghiacci, si trova in un ambiente grandioso. Serve principalmente per le vie di salita alla Nordend dal versante Nord, in particolare per la Cresta di S. Caterina.

Bivacco classico a semibotte, con 9 posti e coperte.

Itinerario di accesso

La salita al bivacco è un percorso alpinistico di alta montagna sia dal versante svizzero (Zermatt) che da quello italiano (Macugnaga). Più semplice, ma da non sottovalutare, è senz'altro quello svizzero. Per la descrizione dei diversi itinerari si rimanda alle diverse guide pubblicate.

Note storiche

Nel 1953 venne deciso di installare l'ultimo bivacco rimasto in sezione (vedi note storiche Bivacco Belloni) sulla vetta dello Jagerhorn sentito il parere del donatore Comm. Porrini e dei vari enti. L'impresa inizierà nel 1956 ed occuperà tutto l'anno richiedendo un grande impegno da parte di tutti i consiglieri e poté essere portata felicemente a termine grazie alla volontà dell'allora Presidente Arturo Buffoni che riuscì a risolvere di persona gli ultimi ostacoli che stavano pregiudicando l'intero progetto. Il trasporto e l'installazione vennero affidati alle guide di Macugnaga, coordinate da Giuseppe Oberto.

Il bivacco venne preventivamente montato in sede e benedetto dall'allora Monsignor Gianazza. Nel giugno 1956 fu trasportato, sino al ghiacciaio del Belvedere con la seggiovia e da poi a spalla sino a quota 3000 al riparo di una roccia. Dopo qualche polemica tra guide e sezione, il trasporto riprese alla metà di agosto ma le difficoltà furono tali da indurre le guide e la sezione, a interrompere l'opera all'inizio dell'autunno.

Quando la notizia pervenne a Gallarate, Arturo Buffoni raggiunse le guide nel luogo dove si accingevano a depositare il bivacco sino alla stagione successiva e con una paziente opera di persuasione e di convincimento durata ben tre giorni, riuscì a far proseguire il trasporto sino alla vetta e a far effettuare il montaggio. Il giorno dopo aver fissato il bivacco si scatenò una violenta tormenta durata parecchi giorni: se fosse avvenuta soltanto un giorno prima, avrebbe seriamente pregiudicato la struttura e la stabilità del bivacco.
L' importanza di tale realizzazione venne riportata a grandi titoli da tutta la stampa italiana essendo il bivacco uno dei più alti d'Europa.

 . . . .qui trovi il filmato originale dell'inaugurazione !!!!


Bibliografia

G. Buscaini, Monte Rosa, CAI, TCI, 1991.
P. C. Lenz, G. Frangioni, Monte Rosa Valle Anzasca, Grossi, 1990


2012-Il Bivacco Città di Gallarate allo Jagerhorn (3960 m) rimesso a nuovo.

In questa estate, che sulle nostre Alpi è stata breve e perturbatissima, una finestra di bel tempo, giovedì 25 Agosto, ha permesso all’elicottero Air Walser di portare i tecnici del CAI e la guida alpina di Macugnaga Fabio Jachini al ghiacciaio che permette di salire al Bivacco Città di Gallarate, altissimo e isolatissimo punto di sosta e di riparo in una delle zone più impervie e poco frequentate del Monte Rosa.
Un altro volo ha portato in quota circa 400 Kg di materiali vari.


Gli alpinisti – tecnici: Giovanni Bressan del CAI Gallarate, Alessandro Boxler e Fernando Micheli, di Macugnaga, con la Guida alpina si sono messi subito al lavoro per mettere in sicurezza la stabilità del bivacco in lamiera: i ripetuti disgeli, il costante aumento delle temperature e il passare degli anni avevano scalzato dal basamento del bivacco numerose pietre tra quelle che lo componevano. Si provvedeva anche alla pulizia generale e alla riparazione del Bivacco stesso che in vari punti accusava delle carenze.


Intanto, non smentendo la volubilità della situazione meteorologica che ha caratterizzato questa estate, il tempo volgeva al peggio, i tecnici-alpinisti sono rimasti per due giorni nel piccolo ambiente raccontandosi storie antiche e nuove di Macugnaga e del Monte Rosa e sfogliando, le pagine del "libro del Bivacco" dove per 53 anni i più noti e grandi alpinisti europei hanno lasciato memoria del loro passaggio. (un migliaio di presenze in tutta la storia del bivacco: circa 50 alpinisti ogni anno! - si tratta veramente di un "ambiente esclusivo!)


Per fortuna, all’alba di Sabato 27 Agosto, una quasi imprevista apertura delle nubi, il calare del vento e la prontezza di Roberto Sala, elicotterista Air Walser, hanno permesso i voli di rientro del gruppetto di persone e del materiale di risulta dell’operazione.


Alle 8 di mattina, con caffè e capuccini e telefonate agli amici del CAI, in piazza a Macugnaga si celebrava il rientro e il buon esito di un “lavoro” che per qualche aspetto è stato un po’ un’avventura.



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